Gli assassini, Manuel Foffo e Marco Prato, in preda al delirio di onnipotenza, dovuto dal mix di droga e alcol assunti in quantità industriale, hanno torturato ripetutamente Luca Varani, lasciandolo morire esangue. E iniziato linterrogatorio di garanzia dei due arrestati, gli avvocati difensori, sono entrati nel carcere di Regina Coeli davanti al gip Riccardo Amoroso per la convalida dell’arresto. Il Messaggero ha pubblicato un lungo sfogo scritto in vari messaggi e lettere da Marco Prato, prima di tentare il suicidio, ingerendo un’intera boccetta di Minias, un ansiolitico. “È un lungo sfogo – riporta il quotidiano – su come la sua vita sia difficile, qualcosa che passa per il desiderio sempre nutrito di operarsi e diventare donna. Ma la mamma non vuole, la famiglia si oppone, e lui reagisce impazzendo. Così prova a spiegare alle persone più care le ragioni di un gesto forte, ma trascura nei suoi messaggi di fare anche un minimo accenno al delitto. A quell’omicidio, premeditato ed efferato, che è costato la vita a un ragazzo di 23 anni. Non una parola, non un pentimento. Larimozione totale di qualcosa che, forse, per lui non è contato nulla”. Il legale di Manuel Foffo, invece, ha dichiarato: Chiederemo di fare gli esami tossicologici, perché è il presupposto per qualsiasi passo successivo. Perché il vero problema è stato proprio questo.Abbiamo lobbligo tecnico di chiedere una perizia psichiatrica perché il mio assistito aveva assunto una dose molto elevata di droga. Infatti la convalida dellarresto è avvenuta quando lui era ancora in evidente stato di alterazione. Il primo pensiero – ha infine aggiunto il legale – va alla famiglia della povera vittima”.
D.T.